I progetti 2023: Silvia Stucky – 100 fiori. Il loto cresce nello stagno fangoso
Silvia Stucky
100 fiori. Il loto cresce nello stagno fangoso
Silvia Stucky
100 fiori. Il loto cresce nello stagno fangoso
Laboratorio, installazione e performance
Santa Maria di Castello – Genova
24-28 maggio 2023
Silvia Stucky presenta 100 fiori. Il loto cresce nello stagno fangoso, installazione, laboratorio e performance, con base nel Complesso di Santa Maria di Castello.
Il fiore di loto cresce nello stagno fangoso, ha grandi foglie cerose (le foglie del loto sono idrofobiche, non trattengono e non assorbono l’acqua in superficie restando sempre pulite) sopra il livello dell’acqua e un lungo stelo che porta in alto il fiore immacolato. Nessuna contaminazione con il fango dove affondano le radici. Per questo può rappresentare la purezza fisica e mentale capace di distacco dalle sofferenze terrene (attaccamento e desideri), la perfezione spirituale, l’energia interiore, l’amore per tutte le cose. Il loto concentra in sé compassione e saggezza, amore come energia dell’anima e amore come passione. Assume significato simbolico nel buddhismo, nel taoismo, nelle tradizioni filosofiche di India, Cina, Giappone, Thailandia; in Egitto era anche simbolo di rinascita (i semi, infatti, hanno la capacità di rimanere vitali per secoli).
L’artista ha realizzato 100 fiori attraverso un laboratorio aperto al pubblico ed essi sono diventati una installazione diffusa nella città: lasciati all’aperto non durano a lungo, così come la bellezza di ogni fiore è effimera (impermanenza 無常 mujō), ma durano anni e anni se conservati con amore. Durante la settimana si sono svolti anche momenti performativi che si sono concentrati sull’energia necessaria a poter sostenere nel tempo la postura e la concentrazione fisica e mentale per creare 100 fiori: dall’azione performativa concentrata ma aperta nasce l’energia condivisa nella dimensione collettiva con il pubblico. I fiori creati dal pubblico sono stati conservati da chi li ha fatti o sono diventati un regalo da offrire per amore o amicizia, oppure si sono aggiunti e sono venuti far parte dell’installazione diffusa.
Silvia Stucky
Nata a Roma dove vive e lavora. La sua pratica comprende pittura, libri d’artista, installazioni, giardini, video, fotografia, performance, che ha esposto in gallerie, musei, festival video in Italia, Argentina, Cile, Ecuador, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Indonesia, India, Iran, Marocco, Olanda, Stati Uniti, Svizzera, Thailandia, Turchia. Elementi centrali del lavoro artistico sono l’acqua e la semplicità del quotidiano. In essi l’artista osserva l’immobilità nella mutevolezza, la profondità nelle cose ‘semplici’. Osserva le cose marginali, quotidiane, come una foglia che cade. Le interessano la natura, perché insegna le regole del funzionamento dell’ambiente in cui viviamo (che stiamo distruggendo); l’acqua, perché ci tiene in vita (e perfino l’acqua viene inquinata); il pensiero di altre culture, perché è una ricchezza di conoscenze e capacità, indispensabile nel mondo globalizzato. Ha scritto Francesca Gallo: «Dalla carta all’installazione, dalla performance al video, la ricerca di Silvia Stucky è fatta di interventi minimi in cui l’autorialità si assottiglia nel riprodurre le decorazioni orientali, nel disporre un erbario, nel riprendere fenomeni naturali o comportamenti umani spontanei, esaltando una bellezza involontaria, alla luce del rispetto per l’altro in tutte le sue forme». Ultime personali: 2022, Polvere, Galleria Gallerati, Roma; 2021, Come l’acqua che scorre. Installazione crescente Azione performativa Partecipazione distante del pubblico, Mesia Space arte contemporanea, Roma.