Festival 2024 | Seminario ‘Identità, memoria e cambiamento. L’essere umano nel suo divenire nel tempo e negli spazi’

 

Il centro SIPRe di Roma, la Iskra Cooperativa Sociale Onlus e il Festival del Tempo

presentano il seminario

Identità, memoria e cambiamento. Lessere umano nel suo divenire nel tempo e negli spazi’

5 MAGGIO 2024 ore 9.00 / 16.00

Biblioteca Paolo Angelani
Piazza Don Minzoni 2 – Monterotondo

 

Nasciamo, per così dire, provvisoriamente,
da qualche parte;
soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi
il luogo della nostra origine,
per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente”.
Rainer Maria Rilke

L’idea che muove questo incontro nasce grazie ad un contenitore più ampio che è il Festival del Tempo, evento nato nel 2020 per occuparsi della temporalità e sulla sua percezione attraverso forme artistiche, culturali, sociali. Il presente seminario è uno dei tanti spazi di narrazione sul Tempo della settimana del Festival che va dal 5 al 12 maggio 2024.

Desideriamo riflettere insieme intorno al rapporto che lega l’essere umano, il tempo e lo spazio-ambiente che occupa. La frase di Reiner Maria Rilke ci sollecita a pensarci come esseri umani in divenire con lo scopo di collocarsi in sé.

Questo divenire avviene lungo un tempo e nei luoghi che mano a mano abitiamo nel corso della vita, spazi che possiamo considerare tanto esterni quanto interni. Come il concetto di sistema presuppone, il nostro incedere trasforma, ridefinisce e reinventa anche l’essere umano che interagisce in un rapporto di reciprocità col proprio ambiente.

Questo divenire intreccia anche le migrazioni: ci sono popoli che sono costretti a lasciare le proprie terre in cerca di luoghi più sicuri per loro e le prossime generazioni. Possiamo pensare anche ai nostri genitori, ai nonni che si sono allontanati dai luoghi di origine per cercare futuri migliori, o meglio immaginati come migliori e carichi per questo di attese. 

Allo stesso tempo ogni luogo porta con sé una memoria e la memoria non è mai cosa certa. La mappa non è il territorio, suggeriva Gregory Bateson, c’è sempre una differenza tra l’oggetto e la rappresentazione dello stesso e possiamo aggiungere che la “parola (ovvero il linguaggio) non è la cosa” (Alfred Korzybski).

L’essere umano allora è il referente che significa quello che gli accade, che possiede la “coscienza della coscienza” o come lo definisce Hegel “ritorno a sé” dall’oggetto, dalla realtà, dall’ambiente. Ed è per questa ragione che l’identità di una persona ma anche l’identità dei luoghi (che si costruiscono e cambiano insieme alle persone), non è mai fissata una volta per tutte, ma in continuo cambiamento.

Oggi vorremmo mettere in rapporto vertici di osservazione differenti: la psicanalisi, la filosofia, l’architettura-urbanistica, la (politica?) e l’(educazione?): come entrano in rapporto col tema dell’identità, del cambiamento, del tempo che trasforma?

Perchè proprio queste professioni chiederete? Perchè tutte queste hanno – necessariamente – un’idea di essere umano, un’idea di relazione e anche un’idea di cambiamento che orienta le loro prassi.

 

PROGRAMMA

Mattina: chair Alessia Fedeli, Socia della Iskra Cooperativa Sociale Onlus, Socia della SIPRe – Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione

8,30 Registrazione partecipanti
9,00 Presentazione del Festival del Tempo e saluti istituzionali (Sindaco e Ass.re alla Cultura)
9,15 Introduzione ai lavori – a cura di Alessia Fedeli Socia della Iskra Cooperativa Sociale Onlus e Socia della SIPRe – Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione
9,30 Il tempo non ha radici nella sabbia. Il popolo esiliato, il popolo Sarawi – a cura di Giovanna Frezza, Direttrice del Centro SIPRe di Roma
10,00 Arte e Realtà: la figura dell’artista e dell’intellettuale nella società in trasformazione – a cura di Roberta Melasecca Direttore Artistico del Festival del Tempo, Ambasciatore Rebirth Project Terzo Paradiso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS

10,30 COFFEE BREAK

11,00 La politica e il tempo: un binomio, un conflitto, tante dimensioni – a cura di Mauro Alessandri Assessore Attività produttive, Rapporti Istituzionali, Opere Strategiche, Polizia Locale, Sicurezza Urbana – Ex Consigliere Regione Lazio
11,30 L’ineluttabile cammino dell’umanità nello spazio tempo – a cura di Dott.ssa Giorgina Scardelletti storica, vicepresidente e docente UPE, funzionario regionale nel campo della Cultura e dell’Ambiente
12,00 – Il tempo dei poeti: Heidegger e la poesia di Hölderlin – a cura di Daniele Zito – Dottore Magistrale in filosofia
12,30 – Dibattito coi partecipanti

PAUSA PRANZO

Pomeriggio: Chair Maurizio Simmini, Presidente Cooperativa Iskra

14,30 Tavola Rotonda con la presenza dei relatori della mattina e con i contributi della platea
16,00 Chiusura lavori

 

PER INFO SCRIVERE A:
cedaf.elianto2016@gmail.com
Contatto whatsapp: 3299035810
Evento in presenza e in diretta Facebook dalla pagina del Festival del Tempo
www.sipreonline.it
www.iskra.coop

 


ABSTRACT INTERVENTI

 

Il tempo non ha radici nella sabbia. Il popolo esiliato, il popolo Sarawi a cura di Giovanna Frezza, Direttrice del Centro SIPRe di Roma

Vieni a vivere la mia pazienza incerta che riposa sugli strascichi della guerra” (estratto di una poesia di Saleh Abdalahi Hamudi)

Il popolo Saharawi da circa 50 anni vive nel deserto del Sahara, precisamente nella parte algerina, molto arida e inospitale. Il loro florido territorio originario, la costa sullOceano Atlantico confinante con Mauritania a sud, Algeria a sud-est e Marocco al nord, è stata colonia spagnola; quando nel 1974 il Marocco e la Mauritania (la quale in seguito decise di ritirarsi dal conflitto) avanzarono richiesta di indipendenza, decisero di invadere il territorio del popolo Saharawi attraverso una marcia verde”, che fu la copertura” per una sanguinaria invasione. Il popolo Saharawi fu costretto a rifugiarsi nel deserto e ancora oggi resta stanziato lì da circa 50 anni; il divieto ad uscire è assicurato da un muro di 2720 km (costruito dai marocchini appunto) vigilato da mine antiuomo e numerosi soldati marocchini. Questo popolo, che attualmente vive di aiuti umanitari, è immerso in un tempo inesistente: non esiste per il mondo, non esiste nel mondo. Perchè vorrebbe tornare a casa, quella casa che tanti hanno solo sognato e mai vissuto? Perché non accetta di vivere in altri posti, perchè ha così bisogno di affermare la sua esistenza” come Saharawi?

Cosa scandisce il tempo di un popolo che non ha obiettivi quotidiani? La generazione degli adolescenti è quella che paga il costo più alto: loro non sognano più gli stessi sogni dei genitori ma di radicarsi in una realtà che permetta loro una realizzazione. Gli adulti invece sono spaventati dallidea di andarsene: in fondo lidentità saharawi è tra le cose alle quali loro si sono aggrappati per sopravvivere.

Identità e tempo, un tempo che scorre lento, un tempo scandito dal rituale incertamente definito del té”: ma quanto lidentità di un popolo può resistere ad un tempo senza radici? Gli adolescenti Saharawi sono il prodotto di questa riflessione: ad ascoltarli e osservarli si intuisce la loro curiosità (stimolata anche dal crescente numero di smartphone presenti oggi nel deserto), una curiosità e una voglia di costruzione che è più grande della loro appartenenza. Vivere tra loro mi ha stimolato delle riflessioni. Nella teoria dei sistemi complessi guardiamo allessere umano con una visione globale e unitaria e lidentità è lesperienza del proprio essere, in divenire, nel processo della relazione e del contesto epistemologico in cui essa si sviluppa. In questa ottica le popolazioni del deserto, e soprattutto i giovani, hanno le proprie radici nel sogno di una terra raccontata, che appartiene al passato, mai conosciuta e sempre più lontana? Il processo identitario si radica in un fantasia che spinge a pensarsi in una terra altrettanto sognata e sconosciuta? E nella presenza del qui ed ora questo popolo rifugge solo dallassenza di radici che non possono svilupparsi nella sabbia?

 

Arte e Realtà: la figura dell’artista e dell’intellettuale nella società in trasformazione a cura di Roberta Melasecca Direttore Artistico del Festival del Tempo, Ambasciatore Rebirth Project Terzo Paradiso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ONLUS

L’intervento, partendo dal rapporto tra arte e realtà, tra arte e società, vuole offrire degli spunti di riflessione sulla figura e sul ruolo dell’intellettuale e dell’artista nella società del XXI secolo e su quanto il suo pensiero teorico e pratico possa incidere in un contesto che appare dilatato e sfrangiato nei confini ma che effettivamente risulta sempre più autoreferenziale e rinchiuso all’interno di strette mura, delimitate dal giudizio continuo e dalla scarsa libertà di vera espressione.

 

La politica e il tempo: un binomio, un conflitto, tante dimensioni a cura di Mauro Alessandri Assessore Attività produttive, Rapporti Istituzionali, Opere Strategiche, Polizia Locale, Sicurezza Urbana – Ex Consigliere Regione Lazio

La politica o è nel tempo o fuori da esso. Comunque sia, è necessario che ripensi il suo ruolo in rapporto al futuro e che sappia più che mai rigenerarsi attraverso una rinnovata e consapevole capacità di esprimere un’analisi e costruire una direzione, dentro il tempo e al di là del tempo. 

 

L’ineluttabile cammino dell’umanità nello spazio tempo – a cura di Dott.ssa Giorgina Scardelletti, storica, vicepresidente e docente UPE, funzionario regionale nel campo della Cultura e dell’Ambiente

Una volta entrati nel gioco della vita non ci si può sottrarre dal partecipare. Anche gli eventuali tentativi di sfuggire a questa regola sono senza esito poiché non interrompono il nostro procedere lungo il cammino, semmai ne enfatizzano alcune valenze contribuendo al fluire inesorabile che caratterizza il nostro stare qui e ora ma anche per sempre.

Ciascun gruppo o individuo, dagli albori della nostra presenza sulla terra, ha cercato il senso della propria esistenza, a livello individuale e/o collettivo, elaborando procedure di vita e processi sentimentali, culturali, artistici in cui la memoria ha una funzione fondamentale. Le innumerevoli religioni e credenze, i totem di origine, le storie tradizionali, da fonti orali e scritte, le idee politiche, le forme d’arte, le tradizioni e le usanze trasmesse nei processi di formazione costituiscono alcuni tra gli esempi di tali processi e procedure.

Conoscersi, riconoscersi, pensarsi, apprendere, scambiare competenze, idee, miti, riti, essere nelle piazze virtuali con decine di amici e vivere il dramma della solitudine, oppure impegnarsi nel concreto e costruire nuove comunità e nuove famiglie sono la testimonianza, nel male o nel bene, delle nostra presenza e del nostro passaggio.

Andare avanti verso il progresso, tornare indietro nella barbarie. Anche qui gli spunti di riflessione sono innumerevoli. Eppure noi con le nostre coscienze individuali e collettive siamo come un grosso organismo che somma il sapere, le conoscenze e le competenze di tutti, lungo l’ineluttabile cammino dello spazio tempo.

 

Il tempo dei poeti: Heidegger e la poesia di Hölderlin – a cura di Dott. Daniele Zito

Chi è l’uomo? Che rapporto ha l’uomo col tempo e con il mondo? In che modo il suo esser-tempo è determinante per la sua essenza e per il suo modo di abitare il mondo? Heidegger si pone questi interrogativi, sempre insoluti (e la loro insolutezza resta un carattere fondamentale della sua filosofia) per l’arco di tutta la sua vita. Attraverso questa sua impostazione filosofica, Heidegger rilegge la poesia di Hölderlin dandogli una visione temporale, ontologica, e fondante dell’uomo stesso.